Malachia - WWMCat - Dedicato agli amanti della Natura
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V I S U A L I Z Z A    D I S C U S S I O N E
Fabio Inserito il - 24/03/2007 : 15:47:10
Quando volgi lo sguardo verso il cielo stellato, ti senti una piccola creatura e ti chiedi dove sei, cosa fai e cosa guardi, allo stesso modo dei tuoi più lontani antenati quando, seduti attorno al fuoco, aspettavano l’alba. Ti domandi cosa sia l’universo e quale ruolo tu abbia all’interno di questa cornice stellata; ma al momento in cui riesci a porti questa domanda, riesci a dare a te stesso una magnifica sensazione di superiorità nei confronti dell’universo perché hai dimostrato di saper pensare, quindi di prendere cognizione della tua esistenza e di comprendere la tua condizione di uomo rispetto alla spazio. Questa capacità di comprensione infonde nell’uomo la necessità di conoscenza, di capire ciò che lo circonda e di affrontare sempre nuove scoperte.

Se facciamo un passo indietro di tre miliardi di anni, immaginiamo un enorme nebulosa, ammasso rotante di gas incandescente e pulviscolo cosmico, che lentamente diede origine a nuclei condensati che, fondendosi con altro materiale gassoso si ingrandivano. Il nucleo della nebulosa diede origine al sole, mentre dagli altri corpi solidi si svilupparono gli attuali pianeti del sistema solare, quindi anche la Terra. Questa si presentava come una palla roteante ed incandescente a ragione delle forti pressioni gassose che si creavano, e ancora oggi il nucleo del nostro pianeta è rappresentato da materiale ferroso rovente. Da questo nucleo si estende una porzione di terra profonda circa 3000 km composta prevalentemente da silicati di magnesio e da ferro, questa spessa fascia intermedia è seguita dalla crosta terrestre, spessa circa 30 km che rappresenta la parte più esterna della Terra, quella sulla cui superficie poggiano i nostri piedi. Questa struttura della Terra non era percepibile al momento della sua nascita, in quanto si presentava come una unica palla di fuoco. La superficie era costituita da un magma che ribolliva ed innalzava costantemente volute di gas e di vapore, creando delle nubi che, mischiandosi con il pulviscolo cosmico attratto dalla gravità terrestre, formavano uno scudo di gas spesso decine di chilometri che impediva il passaggio della luce solare. Questa condizione rimase invariata per milioni di anni, fino a quanto la temperatura cominciò a diminuire per il tanto necessario a permettere al magma di raffreddarsi nelle parti più superficiali, dando origine alle prime rocce, essenzialmente costituite di granito e basalto.
La temperatura era ancora elevatissima, e le scarse piogge che per rari fenomeni di condensa si formavano, nel momento in cui si versavano sulla superficie del magma, evaporavano immediatamente, trasformandosi in ulteriore gas e vapore. Quando la temperatura della Terra si raffreddò ulteriormente, le rocce roventi non ebbero più la capacità di far ribollire l’acqua che veniva in contatto con esse e la pioggia cominciò a cadere con frequenza impressionante, si stimano diluvi durati per secoli.
Mentre si verificava il raffreddamento a causa delle incessanti piogge, la crosta terrestre si raggrinziva; questo fenomeno riduceva il volume del globo e si verificarono i primi corrugamenti che originarono le prime montagne, alte decine di chilometri, che venivano lentamente erose dalle piogge incessanti e corrose dagli acidi corrosivi presenti nell’atmosfera.
Il diluvio originò i primi mari e gli oceani, l’incessante erosione creò grandi ammassi di sabbia e di sedimenti che col tempo si consolidarono. Tra le rocce più antiche che conosciamo oggi ricordiamo l’Ayers Rock in Australia, si tratta di rocce arenarie formatesi dalla fusione di granelli di arena, poi divenute compatte.
L’era che abbracciò questi fenomeni e che va dalla nascita della Terra fino a circa 600 milioni di anni fa è nota come era Arcaica o Archeozoica (Le ere del nostro pianeta sono cinque: Archeozoica, Paleozoica, Mesozoica, Cenozoica, Neozoica). Le antiche rocce di questa era, studiate prevalentemente nell’America settentrionale e nel Canada testimoniano grandi terremoti, diluvi, catastrofi atmosferiche e terrestri; ci suggeriscono informazioni sul clima di quel periodo che nell’attuale Canada aveva raggiunto condizioni glaciali. In queste rocce si è trovata traccia di alghe azzurre e verdi, e questo fa pensare che la vita unicellulare fosse cominciata molto prima, sotto forma di piccole sfere gelatinose cui fu dato il nome di flagellati che avevano la capacità di unirsi costituendo grandi ammassi gelatinosi acquatici.
La vera svolta nel progresso della vita arrivò però con il "Volvox", un flagellato che oltre ad avere una struttura organizzata più evoluta rispetto ai suoi simili, aveva una capacità sconvolgente: la capacità di morire. Solo con la morte infatti, sappiamo meglio intendere il senso di “vita” che prima non poteva essere colto, per la presenza di esseri unicellulari come i protozoi che non morivano e si riproducevano all’infinito.
Milioni di anni dopo, il mare veniva occupato dai primi ammassi di organismi unicellulari che formavano così i primi organismi pluricellulari, questi evolvendosi, diedero origine ai primi polipi e ai poriferi che oggi, come confermato dai fossili studiati, conservano una struttura in gran parte analoga ai loro antenati. Nacquero le prime meduse e i primi anellidi che sviluppavano un principio elementare di apparato boccale-digerente. All’inizio dell’era Paleozoica o Primaria compaiono sulla Terra i primi animali capaci di dotarsi di una corazza protettiva: i trilobiti, antenati degli attuali crostacei.
L’importanza dei trilobiti nasce dal fatto che, grazie alla corazza che li avvolgeva, furono i primi a lasciare impronte fossili sulle rocce, giunte fino a noi. Gli animali precedenti infatti, privi di una struttura solida non potevano essere conservati come fossili, perché le sole parti molli di cui erano composti si decomponevano senza lasciare traccia. Le rocce che contengono i fossili di trilobiti risalgono al periodo Cambriano (uno dei cinque periodi in cui è divisa l’era Paleozoica: Cambriano, Siluriano, Devoniano, Carbonifero, Permiano, differenziate da ragioni climatiche e geologiche), non prima né dopo; per questo vengono definiti fossili guida: perché riescono a suggerire chiaramente il periodo della roccia in cui sono conservati.
Tra gli altri animali che svilupparono corazza robusta ricordiamo i molluschi primitivi come i nautiloidi, grossi cefalopodi che raggiungevano la dimensione di 4 metri, erano dotati di una conchiglia a forma di cono allungato ben diverso dalla conchiglia del genere Nautilus attuale, sviluppata a forma di chiocciola per sopperire difficoltà di equilibrio e di peso.
Vivevano sul fondo marino strisciando, mentre i Nautilus attuali sono animali pelagici.
Durante il secondo periodo dell’era Paleozoica, il Siluriano, il mare continuò a popolarsi di nuove creature: echinodermi, molluschi bivalvi, artropodi marini. Nasceva il primo vertebrato, un pesce primitivo, l’ "Ainiktozoon" che aveva una struttura scheletrica alquanto rudimentale.
Tutto questo mentre sulla terra ferma regnava una realtà desertica e priva di vita.
Nel periodo Siluriano cominciò il sollevamento di masse continentali che comportò l’emersione di immense distese rocciose, prima sommerse. Gli organismi vegetali subirono una metamorfosi che permise loro di sfruttare l’aria per sostenere i propri cicli vitali. In pochi milioni di anni si formarono le prime foreste caratterizzate da piante enormi: le archeosigillarie e le duisbergie.
Le grandi foreste prosperavano. I grandi tronchi dei colossi vegetali venivano abbattuti dalle grandi bufere, e si accumulavano in grandi strati di legno marcescente nel fango. Su quel fango nascevano e morivano nuove foreste. Questo accadeva circa 250 milioni di anni fa, e col continuo nascere e morire delle foreste si veniva lentamente scrivendo la storia del carbon fossile. Per queste ragioni, non è insolito trovare nel carbone che oggi viene raccolto, tracce della struttura del legno e delle cortecce delle piante da cui deriva. Ma nella grande massa i segni della vita che animò le antiche foreste sono scomparsi, cancellati dalle immense forze naturali che ridussero i tronchi a strati informi di materia nera e rocciosa.
Intanto il mare si popolava di nuove creature (simili ai pesci) dotate di apparato dentale come il "Coccosteus" e il "Dinichtys" che misurava fino a 6 metri. Altri, come gli Antiarchi erano simili a tartarughe primordiali.
L’ultimo periodo dell’era Paleozoica, il Permiano, si caratterizzò per una forte riduzione della temperatura della superficie terrestre.
Intanto creature acquatiche avevano conquistato le rive degli stagni ed erano risusciti col tempo a sviluppare un apparato polmonare che ne permise la permanenza sulla terra ferma. Fu questa, probabilmente la l’origine dei primi anfibi, che sul terreno palustre trovarono ideali condizioni di vita. I più antichi a lasciare tracce fossili sono gli stegocefali, che presentano ancora evidenti segni di parentela con i pesci.
Circa 220 milioni di anni fa, alcuni anfibi impararono a produrre uova riuscendo a deporle in ambiente asciutto, quindi facendo a meno dell’ambiente acquatico. Questo fenomeno diede origine ai primi rettili, dei quali il primo rappresentante è il "Seymouria". I suoi resti sono stati ritrovati nel Texas e nel Kazakistan.
Alla chiusura dell’era Paleozoica, si apre l’era Mesozoica che è dominata dai grandi rettili e dai dinosauri (=lucertole terribili). In verità già nel tardo Carbonifero, abbiamo notizia di grandi rettili come il dimetrodonte e l’edafosauro.
I geologi dividono l’era Mesozoica che durò circa 130 milioni di anni, in tre grandi periodi: Triassico, Giurassico, Cretaceo. Lo sviluppo dei dinosauri si concentrò prevalentemente nel Triassico e nel Giurassico, mentre rallentò drasticamente nel Cretaceo.
A fronte della conosciuta mole dei dinosauri, il loro progenitore era lungo una decina di centimetri; si chiamava "Saltoposuchus", un piccolo rettile capace di reggersi sulle due zampe posteriori.
Dopo un regno incontestato di 150 milioni di anni, i dinosauri abbandonarono la terra a causa della loro estinzione circa 70 milioni di anni fa. La loro scomparsa permise la diffusione dei primi mammiferi che inauguravano l’era Cenozoica o Terziaria che viene tipicamente distinta in quattro periodi: Eocene, Oligocene, Miocene, Pliocene. Durante l’era Cenozoica si assiste oltre che alla comparsa di nuove specie animali, anche allo spostamento di masse superficiali che porterà alla nascita dei continenti attuali. Secondo studi operati alla fine del 1800, un geologo austriaco, Alfred Wegener elaborò la teoria nota come “deriva dei continenti” secondo la quale, la grande massa continentale emersa dal mare nelle ere precedenti subì una grande frattura che diede origine agli attuali continenti.
All’era Cenozoica seguì quella Neozoica o Quaternaria nella quale noi viviamo.
La Preistoria è quel periodo che va dalla comparsa dell’uomo fino alla nascita della scrittura che permise di lasciare documenti che il tempo non ha cancellato. La Preistoria viene suddivisa in tre periodi: l’età della pietra, l’età del bronzo, l’età del ferro. La prima a sua volta è divisa in tre epoche: Paleolitica (della pietra scheggiata), Mesolitica (epoca di passaggio tra le altre due), Neolitica (della pietra levigata).
4   U L T I M E    R I S P O S T E    (in alto le più recenti)
Attilio44 Inserito il - 14/04/2007 : 12:26:47
Non dimenticarti del "brodo primordiale"
Fabio Inserito il - 28/03/2007 : 21:16:13
ehi ehi,non caricatemi troppo!!!!
appena possibile procedo!

saluti
Fabio
aurantium Inserito il - 25/03/2007 : 14:05:03
Fabio sei un grande, illuminaci su questa affascinante materia, ti leggerò molto volentieri
Ciao
Doram Inserito il - 24/03/2007 : 16:18:28
attendo con ansia la seconda puntata

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